IL 1° MAGGIO NEL
MONDO
Come è stato
festeggiato il 1 maggio nel mondo e che importanza viene dato a
questa festa dei lavoratori?
Abbiamo pensato di
rappresentarli tutti riportandovi la cronaca tratta da
“Peacereporter” di due realtà diverse ed opposte.
Ad ognuno di voi il
piacere di apprezzare o disprezzare ciò che è stato.
Turchia
Istambul -Polizia
disperde manifestazione 1° maggio: feriti e 600 arresti.
Seicento dimostranti,
fra cui almeno sei leader sindacali, sono stati arrestati e una
persona è rimasta ferita in modo grave oggi negli scontri con
la polizia avvenuti durante le manifestazioni per il 1° maggio a
Istanbul, nei pressi della centrale Piazza Taksim, sulla riva europea
della città. La manifestazione era stata indetta per
commemorare la strage avvenuta proprio in Piazza Taksim il 1°
maggio 1977, quando la polizia sparò contro i manifestanti
uccidendo 38 persone e ferendone centinaia. Da allora sono state
vietate le manifestazioni del 1° maggio.
Venezuela
Caracas - Un milione
di persone in strada acclamano il socialismo del XXI secolo
di Alessandro
Grandi
Le note
dell’Internazionale suonano vigorose, anche se stonate,
nell’avenida Granada di Caracas, dove la manifestazione per la
festa dei lavoratori ha raccolto almeno un milione di persone.
E’ festa grande
nella capitale venezuelana. I negozi sono quasi tutti chiusi, le
fabbriche pure, la città si è fermata. Lavorano solo
pochi cittadini che sotto il sole cocente si occupano di rifornire di
acqua fresca i manifestanti. Diritti dei lavoratori e equità
sociale sono i temi che maggiormente influenzano questa giornata. Ma,
inevitabilmente, questa festa assume anche una connotazione politica.
“Ya ya ya Chavez no se va”, cantano in coro le diverse
delegazioni di lavoratori provenienti da tutto il Paese. Un gruppo di
ragazze bellissime, bandana rossa in testa con l’effige di Che
Guevara, canta a squarciagola “Socialismo, patria o muerte”.
Ogni occasione è
buona in Venezuela per far capire che il presidente Hugo Chavez è
l’unico baluardo rimasto in difesa della popolazione, la quale a
sua volta fa di tutto per dimostrare quanto lo ama.
“Oggi è la
nostra festa ma è anche l’occasione per far vedere a tutti
che i lavoratori venezuelani, siano essi campesinos o impiegati, sono
dalla parte del presidente”, racconta Miranda, operaia della
compagnia nazionale che gestisce i pozzi petroliferi. Un milione di
persone, o forse più, tutte con la stessa divisa: maglietta
rossa e basco militare dello stesso colore. Sono i simboli dei
chavisti,
i
sostenitori della politica socialista di Chavez. “Anche così
si costruisce il socialismo del XXI secolo” dice Wilson, campesino
di 52 anni, che con il suo trattore ha raggiunto la capitale per
partecipare alla manifestazione e a modo suo per combattere contro il
latifondismo. “In Venezuela ci sono zone dove trecento e più
contadini lavorano duro tutto il giorno nei campi, ma i benefici li
raccoglie solo il latifondista. Il nostro presidente vuole combattere
il latifondismo? Benissimo, io sono qui per aiutare a farlo”.
Un rumore fortissimo
proveniente dal fondo della manifestazione fa intuire che a breve
tempo avrebbe fatto capolino la delegazione del sindacato dei
lavoratori motociclisti, il cui capo da poco tempo è stato
ucciso forse dai sostenitori dell’opposizione. Quando arrivano,
tutti applaudono e li lasciano passare. La nuvola di fumo prodotta
dalle motociclette ha un odore nauseabondo. Come sono arrivati se ne
vanno. Il cordone del servizio d’ordine della manifestazione non si
scompone e per i motociclisti chiude un occhio.
Una grandissima
manifestazione, quella del 1° maggio a Caracas: colorata, piena
di musica, ricca di giovani che ballano e cantano inneggiando alla
rivoluzione bolivariana. Impossibile immaginare, come fanno alcuni,
che tutte queste persone possano essere state pagate dal governo per
stare in strada: sono veramente troppe.
Per i simpatizzanti
dell’opposizione, invece, l’appuntamento è in un’altra
zona della città in una piazza distante dal luogo del
concentramento “chavista”. Gli oppositori al governo sono 80,
forse meno, tutti vestiti di bianco e la loro manifestazione dura
poco più di un’ora. Il loro slogan preferito, oltre a quello
che definisce Chavez è un pericoloso dittatore, riguarda la
chiusura di una televisione nazionale, Rctv, alla quale il presidente
non ha rinnovato l’utilizzo delle frequenze e che il 28 maggio
chiuderà i battenti. Si tratta della televisione che per molto
tempo ha istigato al golpe contro il presidente e che, per il popolo
pro-Chavez, è antidemocratica perché non ha rispettato
le regole. Non fanno in tempo a riunirsi e a gridare qualche slogan
che in un battibaleno arrivano centinaia di sostenitori del
presidente intenzionati a non farli manifestare troppo. Un’ora
dopo, appunto, la manifestazione si scioglie e tutti se ne vanno a
pranzo.
I chavisti invece si
danno appuntamento nei pressi di Palazzo Miraflores, sede
presidenziale, dove è stato allestito un palco dal quale si
esibiscono diversi gruppi musicali cubani e dove un paio di
personalità (fra loro la presidentessa dell’Assemblea
Nazionale) tengono un breve discorso.
Nessun incidente,
nessun momento di tensione. Per Caracas, per il Venezuela, come nel
resto del mondo, il 1° maggio è un giorno di festa. Per la
lotta politica c’è tempo.