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Visti per Voi » La donna che canta  

LA DONNA CHE CANTA
di Enrico Gatti

Regia: Denis Villeneuve
Canada, Francia; 2010
Voto 9


Una morte. Un testamento. Un inizio nella fine.
Una busta verrà aperta e con lei una promessa. L’inimmaginabile emergerà fra le rocce di un paese straniero.
La donna che canta prima che un film, è una storia. La trama, un labirinto le cui strade conducono all’inizio degli eventi, in un passato lontano nel tempo e nello spazio. A scoprire la verità saranno i figli di una donna, schiavi di una promessa, spinti dalla voglia di verità.
A indicare il percorso gli immobili titoli rosso sangue che appaiono sullo schermo aggiungendo nuovi tasselli alla storia.
Il film è denso e nel contempo essenziale. Lo spettatore è catturato fin dai primi istanti e cerca inutilmente di correre veloce verso la soluzione. E’ il film però a dettare il ritmo; ora più lento, ora più veloce. Il tempo non vola. Il percorso è lungo e difficile anche per chi osserva. Le lunghe sequenze raccontano ed emozionano. La violenza è fulminea scioccante.
Non c’è patetismo, solo coraggio. Il coraggio di raccontare una della pagine più controverse della storia contemporanea: la storia dei profughi palestinesi emigrati in Libano. Il coraggio di proporre una storia che incarna tutto quello che di male può uscire da una guerra. Il coraggio di prendere posizione.
Un film completo, sceneggiato alla perfezione e diretto magistralmente, dall’inizio alla fine. Ottime le scelte registiche e la fotografia (inquadrature, particolari, uso del fuoco) che concedono man mano gli appigli giusti per comprendere la trama, rimanendo sempre oneste con lo spettatore rifiutando qualsiasi manipolazione emotiva e lasciando il coinvolgimento alla sola forza della vicenda.
Un film scioccante, un finale da storia del cinema. 1+1 può fare 1?

 


 

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