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Visti per Voi » La pelle che abito  
LA PELLE CHE ABITO
di Enrico Gatti
Regia: Pedro Almodóvar
Spagna, 2011
Voto: 6 ½



Ispirato al libro noir Tarantola dello scrittore francese Thierry Jonquet, il nuovo film di Pedro Almodóvar racconta la storia di un chirurgo plastico e della sua improbabile famiglia. Servendosi di  laboratori chic, teorie biologiche strampalate, tutine glamour e ossessioni irreali Pedro cerca in tutti i modi di demolire le figure tetre e inquietanti del libro per trasformarle in una pacchiana e chiassosa parata di soggetti grotteschi. Per alcuni marchio di fabbrica, per altri un affronto al genere. Quello che sicuramente consola è vedere che, dopo il fiacco Los Abrazos Rotos, il regista ha recuperato la sua forza comica e spiazzante. Il film offre fortunatamente diverse occasioni per ridere e disgustarsi; perché in fondo chi guarda Almodóvar vuole solo essere scioccato. E devo dire che il masochismo dei seguaci è soddisfatto già dalle prime scene quando un grosso grasso e perverso omone fa il suo ingresso vestito da tigre, con un’imbarazzante mutanda felina e una grossa coda-dildo lunga più di un metro. Non si riesce nemmeno a rimanere seri di fronte a ben due scene di stupro. Questo è talento.
E allora, come mai il film non soddisfa fino in fondo. Forse perché il comico-delirante-scioccante marchio di fabbrica non basta a fare di un film evento un ottimo film?
La cosa che più stona dell’opera è, strano a dirsi, la recitazione. I personaggi secondari addirittura ‘troppo’ credibili finiscono spesso per rubare la scena agli insipidi protagonisti. Banderas è piuttosto spento e la Anaya (aimè) è tanto bella quanto vuota. Note di merito vanno invece al raccapricciante Roberto “Tigrigno” Álamo, al giovane Jan Cornet e alla biondissima Marisa Paredes.
Anche la narrazione non convince a pieno, la struttura non è completamente organica e il ritmo risulta altalenante. Le violenze, il sesso, l’assurdo sono al centro di scene memorabili mentre il resto dei frammenti fa da cornice, come dei semplici collegamenti fra siparietti di vero spettacolo. La storia, che stravolge l’originale, è soffocata dai virtuosismi disarticolati di un film che non raggiunge mai un vero climax ed implode su se stesso con un finale piatto senza rumore.
Godibile sicuramente, ma non un capolavoro. Interessanti le scenografie di Antxón Gómez.

Co-sceneggiatore e produttore de La pelle che abito è Agustìn Almodóvar, fratello del regista.
Lo scrittore Thierry Jonquet è autore di oltre 20 libri che però non hanno mai avuto successo fuori dal territorio francese. Lo scrittore è morto di cancro nel 2009 all’età di 55 anni.




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