Cuba: 50 anniversario dello sbarco
Granma
Di
Pedro Pablo Gomez(*)
La storia di un paese è piena di episodi, che
col passare del tempo si trasformano in simboli, per i suoi cittadini e per il
resto del mondo. Così, dopo la sconfitta delle operazioni alle caserme del
Moncada e Cespedes il 26 luglio del 1953, che ha portato al massacro della
maggior parte degli assalitori da parte dei soldati del governo di Batista e
alla prigionia di alcuni dei principali dirigenti del neonato Movimento 26
luglio tra i quali Fidel e Raul Castro, la pressione popolare sulla dittatura
nel 1955 fece sì che venisse promulgata un’amnistia e di conseguenza la
liberazione degli assalitori e il loro esilio in suolo messicano.
Prima della sua uscita dal paese Fidel ha
dichiarato che avrebbe continuato la lotta per il ripristino della libertà e
della giustizia per la patria cubana, sino al raggiungimento della vittoria o
alla loro conversione in martiri entro l’anno 1956. Dall’arrivo in Messico sono
cominciati i preparativi per organizzare la spedizione e l’addestramento degli
uomini che iniziavano questa nuova tappa di lotta. E’ durante questo processo
che si conoscono personalmente Fidel e Ernesto Guevara (el Chè) il quale si
impegna a essere un soldato del gruppo rivoluzionario.
Parallelamente alla preparazione della
spedizione, l’organizzazione clandestina, si prepara e pianifica azioni
all’interno di Cuba per mantenere alto lo spirito e la ragione della strada
intrapresa; in quest’attività è figura fondamentale un giovane di Santiago di
Cuba denominato Frank Pais, il quale organizza azioni prima dello sbarco, nella
data eroica del 30 novembre, data iniziale in cui si attendeva l’arrivo della
spedizione; che per colpa delle condizioni marittime esistenti potè arrivare a
Cuba nella mattinata del 2 dicembre.
Tra gli uomini che formavano l’equipaggio del
Granma, a parte Fidel e Raul c’era la maggior parte dei sopravvissuti
all’assalto della caserma del Moncada; così come Juan Manuel Marquez (1), Juan
Almeida Bosque (2) e Ramiro Valdes Menendez (2) Camilo Cienfuegos (1) Che
Guevara e altri compagni fino al raggiungimento della cifra di 82 uomini, a
parte il Chè, c’erano altri due internazionalisti in questa epopea, il
messicano Alfonso Guillen Zelaya (1) e l’italiano Gino Done.
Dopo molteplici complicazioni in terra
messicana si è riusciti ad acquistare l’imbarcazione Granma, che si trovava a
Tuxpan ed è da questo luogo che è partita la spedizione che ha condotto al
Trionfo della Rivoluzione Cubana; sin dalla partenza l’equipaggio ha incontrato
gravi problemi, come l’insufficiente spazio esistente per la quantità dei
membri della spedizione, le cattive condizioni meteorologiche che misero
l’imbarcazione in pericolo di
naufragare in diverse occasioni, e conseguenti e logici malesseri dovuti alla
navigazione da parte dell’equipaggio. Per tutto questo viene ritardato l’arrivo
a Cuba fino al 2 dicembre del 1956, nella zona conosciuta come “Playas de las
Coloradas”; dell’attuale provincia del Granma. E’ in questa data che si colloca
la nascita dell’Esercito Ribelle, antecedente alle Forze Armate Rivoluzionarie.
Le caratteristiche paludose di questa zona
rendono molto difficile lo sbarco, dove vengono perdute alcune armi e
munizioni, a questo si somma il rapido intervento dell’esercito, con bombardamenti
persistenti da parte dell’aviazione che provoca il frazionamento e lo
smarrimento dei combattenti; la maggior parte cadono prigionieri o rimangono
senza contatto con il gruppo dirigente. Assillati dalla sete e dalla pressione dell’esercito, solo i
gruppi di Fidel e Raul, che non raggiungevano la cifra di 15 guerriglieri,
riescono a riunirsi nuovamente, e guidati dal contadino Guillermo Garcia Frias
(2), arrivano in un luogo sicuro alle appendici della Sierra Maestra; è questo
il momento in cui inizia la guerriglia delle montagne nella zona più orientale
del paese; dove poco a poco crescono le azioni guerrigliere sino all’apice del
1 gennaio 1959 giorno del trionfo della Rivoluzione; e con essa cominciano i
cambiamenti per tradurre nella realtà l’indipendenza, la sovranità e la dignità
della nazione cubana.
Durante i primi giorni del mese di dicembre si
compiono 50 anni dallo storico sbarco dei guerriglieri del Movimento del 26
luglio, dello yacht Granma; molte pagine di gloria, lavoro e di scontro diretto
con l’imperialismo nordamericano, non hanno potuto impedire l’avanzamento e lo
sviluppo del processo politico, economico e sociale della Cuba rivoluzionaria,
che continua la sua marcia per la via del socialismo e dove si rende memoria
all’onore e alla gloria dei caduti in questa diseguale lotta.
Per le persone oneste del mondo che ci
circonda, l’esempio seminato con il
Granma, oggi costituisce una luce di speranza, nel panorama di guerre,
corruzione e individualismo, spinto dalle classi dominanti nella maggior parte
dei paesi che formano la realtà internazionale.
Con la stessa decisione che presero i
rivoluzionari de Las Coloradas, oggi il popolo cubano mantiene le sue bandiere
libertarie in alto, per continuare l’opera costruita con sangue, sudore e
lacrime, come ha detto il nostro Chè;
Hasta la Victoria Siempre!
(*) Giornalista e
Politologo, vicedirettore esecutivo della rivista Habanera.
(2) Morti durante la
lotta di liberazione di Cuba o posteriormente.
(1) Possiedono nell’attualità il titolo onorifico di Comandanti della
Rivoluzione