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CONTINUIAMO ….AD OSSERVARE IL CPT….
Mirca

Il gruppo immigrazione non si perde d’animo, continua la sua lotta contro il Cpt, continua a parlare, a denunciare, ad informare. Cerchiamo di capire le motivazione del cambio di guardia alla sua direzione, dalla Misericordia alla Cooperativa Albatros. Le offerte inoltrate per partecipare alla gara d’appalto, lasciano dietro di sé molte domande.

La Misericordia si è presentata, alla prima gara, offrendo settantacinque euro, contro i sessantanove della precedente convenzione. Questo è un comportamento chiaro di chi non ha più l’interesse a rimanere dentro il gioco. Alla seconda gara, Misericordia si è ripresentata, aumentando addirittura la precedente offerta, portandola a settantacinque euro e cinquanta centesimi. A questo punto non ci sono più dubbi: Misericordia vuole lasciare. Si giudica, infatti, l’appalto la Cooperativa Albatros per settantacinque euro e cinque centesimi!!!

Ma chi è questa Cooperativa? Come opera? Noi siamo molto preoccupati, anche perché è quasi impossibile parlare con loro, sono irreperibili. La conoscenza di questa cooperativa è arrivata solo attraverso molti quotidiani nazionali, e non è di certo positiva! Si sa che la procura di Caltanisetta, nell’ottobre scorso, ha avviato un’indagine sulle molteplici fughe di immigrati nordafricani, dal centro di prima accoglienza. I dirigenti della cooperativa Albatros, che gestiva appunto sia il Cpt che il Cpa, smentiscono subito queste accuse. Il contenuto del primo rapporto sul caso, è riservato, ma si immagina che possa contenere un resoconto delle dichiarazioni rilasciate alla polizia dai sei immigrati intervistati da “Repubblica”. Hanno tutti confermato il racconto e, con la loro testimonianza, si dovrebbe arrivare alla identificazione dei personaggi che affiancavano l’attività di interpreti e di mediatori culturali, a quella di commercianti illegali di carte telefoniche, di capi di vestiario e di vari generi di conforto. Discriminavano gli africani di pelle nera ed agevolavano, dietro un compenso, le fughe dei loro connazionali. Il prefetto di Caltanisetta ha annunciato che i controlli sul centro gestito da “Albatros” saranno intensificati. Non si sa ancora il risultato di questa inchiesta, la strada della giustizia è lunga e lenta, e nell’attesa, questa cooperativa è arrivata a Modena.

I responsabili del consorzio di solidarietà sociale non hanno rinnovato la loro collaborazione con la nuova gestione del Cpt. La motivazione data non è legata a dei pregiudizi, ma dal fatto che questa cooperativa non è conosciuta e i contatti che ci sono stati tra le parti non sono stati sufficienti da poter decidere di continuare la collaborazione. Evidentemente le nuove modalità per portare avanti i progetti sociali, decise da Albatros, sono risultate poco compatibili con il modo di agire del Consorzio. La gestione del Cpt è diventata più chiusa, si sposa meglio con le direttive del decreto ministeriale che infatti prevedono una gestione interna di quasi tutte le attività. L’ex direttrice del centro, la dimissionaria Anna Maria Lombardo, in questo contesto, aveva infatti dichiarato di voler accentrare i servizi da dover erogare e di volersi rapportare maggiormente con i ministeri rispetto agli enti locali.

Il 22 gennaio u.s. una delegazione composta dal senatore Claudio Grassi, dalla deputata Donatella Mungo e dall’assessore al bilancio del comune di Modena Francesco Frieri, ha fatto il suo ingresso al Cpt, per verificarne la condizione. “ Con questa prospettiva il centro rischia di diventare peggio di un carcere – ha dichiarato Donatella Mungo – una terra di nessuno” Francesco Frieri ha provato a chiedere alla direttrice chiarimenti sui nuovi progetti sociali, dal momento che il consorzio ha lasciato l’incarico, ma ha ottenuto solo risposte molto vaghe ed insufficienti. Frieri ha trovato la situazione del Cpt molto peggiorata: porte che conducono ai reparti sempre aperte, doccie senza i rubinetti, bagni senza porte, sporco ovunque, fango nel cortile esterno (impedendo quindi anche una più semplice attività di svago, come il pallone) umidità, freddo. Le persone che si trovano qui non hanno altra attività che il dormire. Regna il degrado, la depressione, il nervosismo porta tensione e la rabbia la si legge sui muri, coperti di scritti volgari, di bestemmie e nell’incuria di tutto quello che c’è. E’ stata anche riscontrata la presenza di stranieri irregolari prelevati dai cantieri edili, in cui lavoravano, naturalmente in “nero”, della provincia, mentre non risultano denunce nei confronti degli sfruttatori. Un'altra anomalia è data dal fatto che sono “dentro” anche chi sta aspettando il nullaosta, nonostante siano in possesso della ricevuta della presentazione della domanda del decreto flussi.

Alla conclusione della visita il senatore Grassi ha garantito che saranno intensificati i nostri ingressi al Cpt, saranno un appuntamento fisso, perché solo in questo modo si potrà fare un controllo sulla situazione.


Rassegna stampa

Da il nuovo giornale di Modena del 22 GENNAIO 2007

'E' una situazione critica sia per quanto riguarda la struttura, sia per quanto riguarda le condizioni dei migranti rinchiusi'. E' il commento del capogruppo di Rifondazione Comunista alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, Claudio Grassi, dopo aver fatto visita, insieme alla deputata Donatella Mungo e ad una delegazione del Prc, al Centro di Permanenza Temporanea di Modena. 'Il cortile centrale, all'interno del quale dovrebbero stare i migranti, e' una melma di pantano recintata da sbarre di ferro. Come a Bologna, anche il Cpt di Modena e' una gabbia, inadatta per degli esseri umani', ha aggiunto. 'Ho incontrato persone - ha proseguito Grassi - che non hanno commesso alcun reato; molti sono lavoratori, in prevalenza imbianchini e muratori, supersfruttati e sottopagati. Alcuni di loro sono sposati, uno con una ragazza italiana. Le storie personali di ciascuno di loro ci impongono di continuare con tutte le nostre forze la battaglia politica per la chiusura di questi centri. Riteniamo urgente riscrivere la legislazione sull'immigrazione, abolendo la Bossi-Fini senza tornare alla Turco-Napolitano e chiudendo i Cpt. Questi impegni devono diventare precise priorita' per il governo Prodi' .'I Cpt sono indispensabili per garantire la sicurezza dei cittadini, il rispetto della legalita' e l'espulsione degli extracomunitari presenti illegalmente nel nostro Paese. Ma e' chiaro che questo alla sinistra non importa'. E' quanto afferma il consigliere azzurro della Regione Emilia Romagna, Andrea Leoni, commentando le dichiarazioni rilasciate dagli esponenti Rifondazione comunista oggi in visita al Centro di Permanenza Temporanea di Modena, che tornavano a chiedere di inserire tra le priorita' del Governo la chiusura dei centri. 'La volonta' della sinistra, ribadita da Rifondazione comunista - ha affermato Leoni - di chiudere i Centri di Permanenza Temporanea per clandestini, e' totalmente irresponsabile. Le dichiarazioni degli esponenti di Rifondazione comunista - conclude Leoni - offendono le istituzioni pubbliche e coloro che ogni giorno lavorano e si battono per contrastare l'immigrazione clandestina nel nostro Paese'.


Rassegna stampa

Fonte: Agi – DOMENICA, 21 GENNAIO 2007

“Immigrati: Grassi, chiudere Cpt priorità politica governo”

Roma - Questa mattina il capogruppo di Rifondazione Comunista alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, il senatore Claudio Grassi, ha fatto visita, insieme alla deputata Donatella Mungo e ad una delegazione del Prc, al Centro di Permanenza Temporanea di Modena. "E’ una situazione critica" ha affermato il senatore Grassi all’uscita del centro "sia per quanto riguarda la struttura, sia per quanto riguarda le condizioni dei migranti rinchiusi". " Il cortile centrale, all’interno del quale dovrebbero stare i migranti, e’ una melma di pantano recintata da sbarre di ferro.

Come a Bologna, anche il Cpt di Modena e’ una gabbia, inadatta per degli esseri umani". "Ho incontrato persone - ha proseguito Grassi - che non hanno commesso alcun reato; molti sono lavoratori, in prevalenza imbianchini e muratori, supersfruttati e sottopagati. Alcuni di loro sono sposati, uno con una ragazza italiana. Le storie personali di ciascuno di loro ci impongono di continuare con tutte le nostre forze la battaglia politica per la chiusura di questi centri. Riteniamo urgente riscrivere la legislazione sull’immigrazione, abolendo la Bossi-Fini senza tornare alla Turco-Napolitano e chiudendo i Cpt. Questi impegni devono diventare precise priorita’ per il governo Prodi".


Rassegna stampa

Da La Gazzetta di Modena del 15 GENNAIO 2007

“Cpt: un mistero i progetti sociali”

Il Css ha lasciato, Albatros non parla, la prefettura non verifica Il passaggio di consegne del Cpt modenese da Misericordia ad Albatros sarà anche “chiavi in mano” come ha dichiarato il sindaco Pighi in consiglio comunale, ma chi si occupava dei progetti sociali all’interno della struttura ora non c’è più. Hanno scelto di non rinnovare la collaborazione, infatti, i responsabili del Consorzio di Solidarietà Sociale dal momento in cui la gestione del Centro è stata acquisita dalla Cooperativa Albatros.

«Non abbiamo pregiudizi verso l’Albatros - ha precisato Vittorio Saltini responsabile del Ccs - che, tra l’altro ha integrato tutti i lavoratori, compresi quelli con difficoltà da noi segnalati, ma di fatto è una Cooperativa che noi non conosciamo e con la quale non abbiamo avuto contatti sufficienti per decidere di continuare la collaborazione». Alla base della scelta del Consorzio però ci sarebbe anche la percezione di una scarsa compatibilità di vedute con la nuova Cooperativa, proprio sulle modalità con le quali portare avanti i progetti sociali.

Quella dell’Albatros infatti sarebbe una visione più ”chiusa” ed aderente ai dettami generali del decreto ministeriale che prevedono una gestione interna di quasi tutte le attività. «Il nostro punto di vista - continua Saltini - è sempre stato quello di legare il più possibile i progetti sociali al territorio e su questo i punti di vista con l’Albatros sembrano divergere». Un esempio su tutti: la figura dell’assistente sociale, che il Consorzio aveva ottenuto dalla Prefettura potesse essere una delle operatrici dei servizi sociali del Comune, con la nuova gestione sarà sostituita con una dipendente della Cooperativa Albatros slegando, di fatto, il Centro da un coordinamento (ed un controllo) territoriale.

La prefettura di Modena si dichiara invece pienamente soddifatta del passaggio di consegne tra Misericordia e Albatros e in merito ai progetti sociali, ora vacanti, Ventura dichiara: «Non sappiamo chi se ne occupa, è una domanda che dovete rivolgere ai dirigenti dell’Albatros, noi non entriamo nel merito ma guardiamo solo al risultato». Porre la domanda ai responsabili Albatros, però, sembra davvero impossibile, dato che gli stessi risultano dopo svariati tentativi di contatto, introvabili: «Siamo molto gettonati ultimamente - ci fa sapere Rosi Lo Maglio dell’amministrazione Albatros - e i dirigenti sono davvero impegnatissimi».

Al di là del passaggio di consegna, comunque, il Cpt continua a far discutere i politici locali per le questioni di principio. «Nel Centro devono rimanere solo coloro che rappresentano un pericolo per la nostra società» aveva dichiato il sindaco in risposta ad un’interrogazione di Modena a Colori e le reazioni sono state immediate: «E’ una boutade paradossale e clamorosa - ha dichiarato Aimi - le parole del sindaco vanno contro l’operato delle forze dell’ordine» mentre Manfredini, Lega Nord, ha fatto sapere: «Ritengo un’affermazione grave quella del sindaco, che va contro la legge Bossi Fini e anche contro la legge precedente Turco Napolitano. Le funzioni del Centro non sono assimilabili a quelle del carcere e non devono essere confuse».


MARTEDÌ, 16 GENNAIO 2007

“Per 30 euro di merce rubata viene rinchiusa al Cpt”

MODENA – Nel consiglio comunale di lunedì scorso si è parlato anche di Cpt. Il sindaco Pighi ha così risposto all’interrogazione presentata dal Gruppo Modena a Colori in merito alla gestione del Centro “"Dopo un primo momento difficile segnato da molte fughe, l'attività del CPT di Modena si è gradualmente normalizzata; anche se si tratta evidentemente di una realtà complessa, con luci e ombre. Ritengo che occorra affrettarsi a dare seguito alla sentenza della Corte costituzionale laddove ha sentenziato che la clandestinità non è condizione sufficiente per prevedere l'internamento nel CPT: quindi solo le persone che rappresentano un pericolo per la nostra comunità devono essere trattenute". L’interrogazione è stata poi trasformata in un’interpellanza a causa della richiesta del consigliere del Gruppo Indipendente, Achille Caropreso . Purtroppo, qualche giorno fa, l’arresto di un giovane ragazza moldava, con tutta probabilità una badante, trovata a rubare in un supermercato di Carpi, ha già smentito questi ‘buoni propositi’. La ragazza, infatti, fermata da una volante della polizia all’uscita del In’s, aveva sottratto al supermercato più o meno 30 euro di prodotti alimentati. In seguito, è stata fotosegnalata e condotta, per direttissima, al Cpt di Modena. E’ chiaro a tutti che una 23enne straniera, con tutta probabilità badante in nero in qualche famiglia carpigiana, che ha rubato ben 30 euro di cibo (l’equivalente di una serata in pizzeria), costituisca un serio pericolo per la nostra comunità! Giusto allora internarla al Cpt. Da sfruttata a rinchiusa, un bel salto di qualità. E’ in queste situazioni allora che mi chiedo quale trattamento dovrebbe essere riservato a chi si macchia di fallimento fraudolento ‘rubando’ il futuro ad intere famiglie, a chi deruba la società con frodi fiscali e chi tutti noi con evasioni fiscali sistematiche.

La Cgil di Modena ha inviato  questo appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano:

Egregio Signor Presidente,

i giornali modenesi hanno riportato ieri brevi trafiletti con questa notizia:

“Badante clandestina ruba alimentari.

Una moldava di 23 anni, forse spinta dalla fame, ha tentato di rubare la scorsa mattina prodotti alimentari per una trentina di euro dagli scaffali del supermercato In’s di Carpi (…) la donna probabilmente badante in nero presso una famiglia carpigiana è stata bloccata all’uscita da una volante della Polizia, che in Commissariato ha accertato che si trattava di una clandestina, per cui è stata fotosegnalata e condotta a Modena dove, con la denuncia di tentato furto, è stata internata nel Cpt in attesa del provvedimento di espulsione.  La donna pare non abbia rivelato il nome di chi l’aveva assunta in modo irregolare”. 

Potrebbe sembrare una delle tante sgradevoli notizie di cronaca: un furto, un arresto, l’espulsione di una clandestina. In Italia sono forse 700.000 le Assistenti Familiari (le cosiddette “badanti”) impegnate nell’assistenza di anziani ed invalidi. Circa la metà di loro sono clandestine, ed il “mercato” è spesso in mano a soggetti senza scrupoli che lucrano sui già bassissimi compensi loro riconosciuti. Non c’è forse nel nostro paese un lavoro altrettanto indispensabile quanto sottovalutato. Senza le Assistenti Familiari straniere oggi il nostro sistema di assistenza sarebbe al collasso.La Legge Bossi-Fini ingenera indubbiamente illegalità. E’ grazie a quella legge che prospera il “racket delle badanti”, che dai paesi di origine giunge a ramificarsi in Italia. Una volta ottenuto un visto turistico, spesso il passaporto viene sequestrato per mesi, fino a che le lavoratrici non saldano presunti debiti di migliaia di euro. Il lavoro è poi durissimo, prevedendo in cambio di 700-800 euro mensili una assistenza ad anziani e malati spesso anche di 24 ore al giorno.

Quando si perde il lavoro si perde immediatamente anche un tetto ed i mezzi di sussistenza.

Cosa fare se non si trova una immediata rioccupazione, e se non si hanno i soldi per rientrare nel proprio paese? Può capitare di dormire nella sala d’aspetto di una stazione, oppure può capitare di rubare pochi euro di cibarie, come alla ragazza moldava che da oggi è rinchiusa presso il Cpt di Modena.

Signor Presidente,

ci permettiamo di chiedere un Suo intervento in merito alla penosa situazione della ragazza moldava, che consenta di evitarne l’espulsione, anche tenendo conto della probabile volontà dell’esercente di non presentare denuncia in merito al piccolo furto. Anche se siamo di fronte ad un reato, non ci pare che la ragazza possa rappresentare un pericolo per la collettività. Ci permettiamo inoltre di chiedere un Suo intervento, Signor Presidente, affinché nell’agenda della politica entri al più presto il tema della regolarizzazione delle centinaia di migliaia di Assistenti Familiari presenti nel nostro paese.

La ringraziamo sentitamente.
Marzio Govoni - Luigi Saracino, Filcams Cgil Provinciale Modena
Norma Lugli - Irfan Hayat, Centro lavoratori stranieri Cgil Modena


Rassegna stampa

Da La Gazzetta di Modena del 14 DICEMBRE 2006

“Cpt, imbarazzo sulla nuova gestione”

Un silenzio eloquente quello tenuto ufficialmente da tutti i diretti interessati al caso. Nessuno si vuole sbilanciare prima dell’ufficializzazione formale della notizia che la gestione del Centro sarebbe passata in mano alla Cooperativa Albatros di Caltanissetta. Un’atmosfera di tangibile imbarazzo aleggia sulla vicenda, dovuta alla sorpresa che a prendere in mano la “patata bollente” del Cpt, che già ha fatto tanto discutere, sarà addirittura una Cooperativa fuori zona e “alquanto chiacchierata”. Silenzio quindi sul passaggio di consegne che dovrà avvenire, a fine anno, per la gestione del Cpt, dalle mani della Misericordia a quelle della Cooperativa Albatros. E’ proprio quest’ultima ad essersi aggiudicata 2 giorni fa, per pochissimi centesimi, la gestione completa del Cpt modenese.

Il bando di gara, riformulato dalla Prefettura dopo un primo tentativo fallito per limiti di appalto troppo restrittivi, sarebbe stato impostato questa volta su offerte libere di gestione (diversamente da come riportato ieri) e sia Albatros che la Misericordia avrebbero proposto una cifra pro capite vicina ai 75 euro. L’assegnazione si sarebbe giocata, quindi, soltanto sul filo di pochi centesimi - sembra siano 47 in meno quelli peoposti dalla Cooperativa - e proprio qui potrebbe incentrarsi, nei prossimi giorni, il nodo della discordia. La gara di appalto, di provenienza ministeriale identica per tutti i Centri di Permanenza italiani, infatti, non si sarebbe dovuta basare soltanto su criteri economici, ma anche su valutazioni di affidabilità e continuità dei servizi. Almeno queste erano state le ipotesi politiche più volte sostenute dall’amministrazione locale e ribadite, recentemente, anche dalla stessa Prefettura: «Il Cpt è un servizio delicato, l’affidamento della sua gestione non si può basare soltanto su criteri economici e i fattori che entreranno in gioco nella valutazione del futuro gestore saranno molti».

Le ipotesi, quindi, su cosa abbia giocato a favore dell’assegnazione del Centro ad una cooperativa “d’oltremare” potrebbero essere diverse. E tra queste s’insinuerebbe anche quella di una valutazione non positiva sull’operato della Misericordia locale, da parte degli assegnatari del servizio. Senza entrare nel merito, e non ancora ufficialmente aggiornato sul caso, Daniele Giovanardi, governatore della Misericordia, ha inviato, ieri, una nota alla Prefettura e al sindaco, ricordando, in primis, il problema dei dipendenti: «Apprendo dalla Gazzettache dal 1 gennaio il Cpta non sarà più gestito dalle Misericordie ma da una cooperativa. Mi preme sottolineare che la Misericordia - scrive Giovanardi - non ha le risorse economiche per pagare i numerosi dipendenti assunti a tempo indeterminato se non fino al 31 dicembre 2006. E lo stesso discorso vale per i rapporti di convenzione con il Policlinico e il Css». Anche il presidente del Centro di Solidarietà Sociale - che all’interno del Cpt gestisce i servizi alla persona - mette le mani avanti: «Non siamo ancora stati chiamati ufficialmente ad un confronto - dichiara - ma, come già preannunciato, ci riserveremo di valutare il proseguimento del nostro rapporto di collaborazione nei servizi del Centro a seconda di quelle che saranno le caratteristiche e le proposte del nuovo ente gestore».

Tornando alle prese di posizione ufficiali, nessun commento - ieri - non solo dalla prefettura, ma anche dalla questura. I dirigenti di quest’ultima non hanno nascosto una certa sorpresa per la conclusione della gara d’appalto. Non tanto per la sua regolarità, quanto piuttosto per il fatto che a carico di Albatros esistono una serie di atti della procura di Caltanissetta, ma soprattutto del ministero degli interni al Viminale. Per quanto riguarda eventuali e non improbabili mosse giudiziarie fino a questo momento non se ne registrano, anche se dal terzo piano di Palazzo di Giustizia non è stato nascosto che qualora vi sia qualcuno interessato direttamente (l’altra concorrente all’appalto) o indirettamente (la questura e la prefettura stessa) alla vicenda, un eventuale “lamentela” non sarebbe archiviata a priori. di Alessia Pedrielli


MARTEDÌ, 10 OTTOBRE 2006

“La commissione Onu boccia il Cpt”

MODENA – Sonora bocciatura al Cpt Sant’Anna. La Commissione ministeriale d’indagine, presieduta dall’inviato Onu Steffan De Mistura, in visita alla struttura non ha potuto che rilevare diverse questioni da risolvere. “Un luogo – ha spiegato il funzionario – dove le condizioni igieniche non sono le migliori, dove non esistono attività a carattere sociale ed in cui non sembra nemmeno sufficiente il livello di assistenza legale garantita agli ospiti”. La commissione ha trascorso giovedì qualche ora all’interno del Cpt incontrando operatori e ospiti. “La prima impressione che riportiamo dalla visita è un senso di tristezza”. E questa tristezza fa allontanare di molto il Centro da quella immagine che per lungo tempo la Misericordia ha cercato di diffondere in ogni modo.

Singolare la reazione di Daniele Giovanardi, presidente della Misericordia, alle parole di De Mistura. Più che singolare a tratti si potrebbe definire inverosimile. In risposta alla questione igienica Giovanardi ha, infatti, tenuto a precisare che i bagni vengono otturati direttamente dagli ospiti per attirare l’attenzione e fare danni. A che scopo, dato che poi in mezzo allo sporco ci devono vivere loro, non è dato sapere. La questione igiene viene poi glissata dai ‘terribili’ atti di vandalismo che, secondo il presidente, sarebbero opera dei tanti ex carcerati e persone violente presenti nella struttura. E’ strano poi sapere che, secondo la commissione Onu, il numero delle persone presenti con reati a carico non è rilevante. Ma quando poi il fratello del parlamentare modenese elenca le attività sociali, definite da lui “per la singola persona” (in piena contraddizione linguistica e concettuale) , in guardare dvd o comporre puzzle un brivido non può che salirmi dalla schiena. Rimaniamo in attesa, allora, della relazione che la commissione presenterà nei prossimi mesi.


Rassegna stampa

Da Romagna oggi.it del 7 OTTOBRE 2006

Bologna - "Il fatto che il Governo Prodi abbia dovuto ricorre ad un funzionario Onu per certificare che i Cpt non sono dei lager e' infamante nei confronti di tutti i cittadini italiani e della storia del nostro Paese". A sostenerlo e' la deputata di Forza Italia Isabella Bertolini, in merito alla visita al Cpt di Modena da parte della commissione di controllo guidata dal funzionario Onu Steffan De Mistura.


Rassegna stampa

Da Modena2000.it del 5 OTTOBRE 2006

Problemi igienici e mancanza di attività sociali sono le critiche avanzate dalla delegazione guidata dal funzionario dell'Onu, Steffan de Mistura ed arrivata al Centro di permanenza temporanea poco prima delle 11.30 di questa mattina, dopo avere incontrato il prefetto, il questore e il comandante dell'Arma dei carabinieri e delle fiamme gialle. La commissione, istituita a giugno dal governo Prodi, ha il compito di stilare un rapporto su tutti i Cpt presenti sul territorio nazionale, in modo da verificarne il funzionamento e proporre miglioramenti. Al termine della visita la delegazione ha incontrato il sindaco Giorgio Pighi, accompagnato dall'assessore Maletti, e i rappresentanti di alcune associazioni legate al territorio come Arci, Casa della Pace, Social Forum e l'Associazione Studi giuridici sull'immigrazione.


MARTEDÌ, 3 OTTOBRE 2006

“Al Cpt di Bologna il direttore Gargano”

MODENA - Trasferito alla direzione del Centro di Bologna. Questa è la sorte di Giovanni Gargano, direttore del Cpt di Modena. A sorpresa, ieri, i vertici della Confraternita di Misericordia hanno attuato questo imprevisto provvedimento lasciando di stucco un po’ tutti. Anche perché al Sant’Anna torna Anna Maria Lombardo, fino ad oggi direttrice del centro bolognese. Uno scambio di posti che lascia perplessi, concretizzato a velocità record. E pensare che ieri il nuovo questore Graziano doveva recarsi al Cpt proprio per conoscerne il direttore. Non si capisce allora cosa abbia fatto prendere questa decisione repentina alla Misericordia. La dipartita di Gargano lascia aperte poi diverse questioni irrisolte, una fra tutte il pestaggio della giovane cinese su cui il direttore si era incaricato di fare chiarezza personalmente.

Parrebbe che gli altri ‘ospiti’ della struttura alla notizia del trasferimento di Gargano abbiano persino indetto uno sciopero della fame adducendo tra le motivazioni l’interesse che il direttore ha sempre dimostrato nei loro confronti. A detta loro “l’unico che ci ha veramente a cuore”.

“Ritorna a Prato la giovane cinese pestata al Cpt”

MODENA – Triste epilogo per la cinese pestata al Cpt da un agente la settimana scorsa. Come purtroppo ci si aspettava la ragazza è stata rispedita in quel di Prato, direttamente nelle mani dei suoi aguzzini. Come è prassi tra gli schiavisti cinesi che introducono illegalmente persone nel nostro paese, la giovane era stata privata dei propri documenti allo scopo di renderla schiava e, di conseguenza, inoffensiva. Prima presa a schiaffi e calci da un agente all’interno di un Cpt e poi rimandata nelle mani di chi di certo non ci penserà due volte ad approfittare nuovamente di lei. Una situazione certamente ancora da chiarire e che lascia aperti scenari inquietanti.

La vicenda del ‘contenimento’ da parte dell’agente nei confronti di questa minuta donna tanto scalmanata da richiedere l’uso della forza ha richiamato a Modena Donatella Mungo, parlamentare di Rifondazione Comunista. La Mungo ha voluto parlare con le altre persone ‘ospitate’ nel centro modenese per poter fare chiarezza su quello che è accaduto.

Dal Dossier del gruppo immigrazione del Social Forum Modena per la Commissione Ministeriale sui CPTA italiani

Visita al CPT del 30 SETTEMBRE 2006

Al momento dell'ingresso rifiutano la presenza di più di un accompagnatore del parlamentare, senza motivare.

Appena entrati, incontriamo due ispettori di polizia, di cui uno è l'Isp. Pancaro, che ci comunicano che il Direttore Giovanni Gargano è appena uscito, ed un'operatrice della Misericordia, che si dimostra perplessa del mancato preavviso della nostra visita.

L'Isp. Pancaro dice, invece, risoluto che il mancato preavviso non costituisce impedimento e chiede all'operatrice, in turno in quel momento, di condurci all'interno.

Chiediamo subito di visitare il blocco femminile poiché vogliamo raccogliere ulteriori informazioni e testimonianze dirette sull'evento di percosse e maltrattamenti subiti da Limin, ragazza cinese trattenuta nel centro, risalente a venerdì 22 settembre.

Nella camerata, la prima cosa che ci colpisce è la presenza di nuovi elementi di "umanizzazione" prima assenti: sui muri ci sono graffiti colorati, messaggi e poster, in una teca di vetro posta in alto su di una parete c'è un televisore ed un piccolo orologio.

Le ragazze ci vengono incontro quasi subito, l'approccio è familiare e disteso. L'operatrice ci lascia svolgere le nostre interviste e chiacchierare con le trattenute senza disturbarci, ma è sempre presente.

Circa dieci minuti dopo, entra il Direttore Giovanni Gargano: è gentile con noi ed affabile, le ragazze sono un po' più disciplinate in sua presenza ma sempre disinvolte e calme.

Poniamo immediatamente alcune domande su Limin alle ragazze cinesi presenti, sappiamo che per certo due di loro hanno assistito al fatto e che una parla l'italiano. L'ostacolo linguistico, invece, emerge subito ed in un primo momento le tre ragazze cinesi restano in silenzio. Nel gruppo che si è affollato intorno a noi, però, molte vogliono raccontarci quanto hanno visto: le trattenute del blocco di Limin erano tutte presenti. La testimonianza, in particolare quella resa da una ragazza moldava che parla molto bene l'italiano, non ha zone d'ombra, è coerente e rispecchia esattamente quanto emerso dal racconto di Limin.

Ci dicono, infatti, che Limin - dal corpo esile e dal carattere sempre molto tranquillo - non essendo stata rilasciata ad inizio giornata si inquieta e chiede spiegazioni agli operatori che incontra (un'operatrice della Misericordia ed una delle pulizie).

Non conosce l'italiano, tranne qualche singola parola, dunque la comunicazione impossibile la rende concitata e tesa.

Il Direttore ci dice che lui quella mattina era assente, si trovava a Carpi, e conferma l'assoluta assenza nel centro di mediatori culturali ed interpreti cinesi.

Le ragazze ci riferiscono che l'intervento dell'agente di polizia in seguito alle grida della ragazza spazientita, intervento non richiesto dal direttore del centro non autorizzato dal responsabile di polizia più alto in grado, è, fin dal primo momento, aggressivo: non cerca di farsi comprendere da Limin, ma anzi le intima di tacere avvicinandosi minacciosamente al suo volto e ripetendole "Capito? Capito?".

Limin lo allontana con un gesto difensivo delle braccia, anche le compagne di blocco si frappongono tra loro, e lui le dà uno schiaffo. Quindi, le dice di seguirlo nel corridoio, le compagne avvertono una chiara sensazione di pericolo e le suggeriscono di non andare. Limin, però, pensa di essere accompagnata dal Direttore o da un altro responsabile del centro che possano disporne il rilascio. Prende il libro di italiano affinché possa esserle di aiuto nella comunicazione.

La ragazza, però, viene trascinata fuori dal blocco dal primo agente di polizia e da un altro che lo ha raggiunto: la prendono dalle braccia, uno dal lato destro uno dal lato sinistro, sollevandola da terra e portandola fuori dal blocco. Quanto avviene dal corridoio non è più sotto lo sguardo delle trattenute, che possono soltanto sentire le urla disperate di Limin.

A questo punto, una ragazza cinese attira la nostra attenzione: non sa l'italiano, ma cerca di aiutarsi con il dizionario e ci mima l'evento, passando improvvisamente dall'atteggiamento pacato che fino a quel momento aveva tenuto ad una vera e propria rappresentazione del fatto. Ci mima tutta l'inquietudine e la concitazione della scena, la paura, la rabbia dell'agente e lo strattonamento finale.

Infine, le ragazze riferiscono di aver fatto quel giorno lo sciopero della fame in segno di protesta per la violenza subita da Limin e di aver visto l'agente coinvolto nel fatto con atteggiamento supponente, ma comunque assolutamente illeso. Ci suggeriscono, inoltre, di parlare con le trattenute del blocco successivo che hanno assistito (dal cortile) alla scena dei due poliziotti che trascinavano Limin verso la stanza adibita al colloquio con gli avvocati. Questo elemento ci viene puntualmente confermato da tre ragazze del Niger che si trovano nel blocco più vicino all'ingresso.

Il Direttore integra il racconto dicendoci che la ragazza è stata subito portata al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Baggiovara, e che lui stesso si è precipitato al centro non appena avvisato.

Per quanto riguarda le condizioni di vita nel Cpt le ragazze si lamentano della mancanza di acqua calda da più di una settimana, il Direttore conferma e ci dice che sta provvedendo.

Dalle interviste svolte alle ragazze ci colpiscono in particolare tre storie.

1. Ci sono due ragazze moldave che lavoravano come badanti ed avevano presentato regolare richiesta di ingresso con il decreto flussi. Entrambe munite di tagliando di spedizione dell'ufficio postale, ci dicono di avere un avvocato che ci impegnamo a contattare per avere ragguagli legali sulla vicenda: non comprendiamo la razionalità del loro trattenimento alla luce della decisione governativa di accogliere tutte le richieste presentate in posta, anche quelle eccedenti le quote inizialmente previste dal decreto flussi. Il Governo, inoltre, è sempre stato consapevole del fatto che a presentare le domande in posta non c'erano datori di lavoro (tranne rari casi) ma gli stessi stranieri, irregolarmente presenti sul territorio italiano e lavoratori in nero. Tuttavia, non ha mai assunto provvedimenti concreti per evitare che gli stessi cittadini stranieri, fermati, subissero un'espulsione.

2. Sono trattenute, inoltre, due ragazze del Niger che hanno presentato richiesta di rifugio politico

3. Infine, abbiamo incontrato una ragazza maghrebina che ci dice di aver lavorato in nero per tre anni come infermiera professionale presso una famiglia della Lombardia per l'assistenza di un familiare malato, e di essere stata fermata pochi giorni prima della presentazione del kit postale del decreto flussi, quindi condotta nel Cpt di Milano dove ha scontato 60 giorni di trattenimento. Una volta rilasciata, non si è allontanata dall'Italia ed è stata fermata una seconda volta, quindi portata nel Cpt di Modena. Sta ostacolando la propria espulsione rilasciando false generalità: dice di essere marocchina, ma con quel nome il Marocco ne rifiuta il rimpatrio.

Il Direttore, in conclusione, ci riferisce di due progetti in corso di attivazione: uno volto all'assistenza sanitaria ginecologica in collaborazione con il Policlinico, un altro volto all'assistenza legale in collaborazione con l'Associazione Donne nel Mondo, per poter fornire ai trattenuti una lista di legali specializzati in materia di immigrazione, tra i quali scegliere il proprio difensore di fiducia.

Ci riferisce, infine, che nel blocco maschile sono trattenuti ex detenuti a conferma del fatto che il meccanismo di contiguità carcere-cpt - già osservato - si perpetua.


LUNEDÌ, 25 SETTEMBRE 2006

“Ragazza cinese percossa all’interno del Cpt”

MODENA – Rimangono oscuri i contorni della vicenda che vede come protagonisti una donna cinese, ‘ospite’ del Cpt di Sant’Anna, e un agente di polizia. I fatti certi sembrano essere pochi ma allo stesso tempo portano con se ipotesi quantomeno preoccupanti. La giovane clandestina è, infatti,   stata ricoverata a Baggiovara per trauma da percosse. Dal racconto delle compagne del reparto femminile si evince che l’agente avrebbe malmenato la 26enne perché questa piangeva e voleva insistentemente le sue carte per uscire, dato che quel giorno scadeva la sua permanenza all’interno del centro. La donna, che non parla e non capisce l’italiano, stava cerando gli operatori per potere avere i fogli di via. Secondo le testimonianze l’agente, vedendola agitata l’ha bloccata e schiaffeggiata. La donna è allora caduta a terra e l’agente ha iniziato a calciarla con forza. Poi è stata portata via e le sue compagne non hanno più saputo niente di lei. Noi sappiamo che questo pestaggio ha sortito degli effetti evidenti, direi fisici, sulla giovane cinese, trasportata urgentemente in ambulanza a Baggiovara. La giovane donna, che ha cinque giorni per rientrare nel suo paese, è intenzionata a sporgere denuncia nei confronti dell’agente di polizia.

Il direttore del Centro, Giovanni Gargano, dal canto suo, promette chiarezza e l’apertura di una inchiesta. Verranno visionati anche i filmati, essendo il Cpt una struttura videosorvegliata 24 ore su 24, per cercare di capire come si sono svolti i fatti. Tutto questo non riesce a far sparire quel leggero e insistente senso di inquietudine e preoccupazione.


Rassegna stampa

Dal Portale on-line Sesto Potere del 23 SETTEMBRE 2006

“Immigrazione, presunte percosse al Cpt di Modena, Leoni (FI): “Solidarieta’ agli agenti”

“Bisogna assolutamente evitare che la volontà di rimanere nel nostro Paese da parte di qualcuno possa essere strumentalizzata da chi non vede l’ora di criminalizzare i CPT e coloro che ci lavorano dentro. Per questo desidero esprimere la mia solidarietà agli agenti di Polizia impegnati in un compito gravoso che troppo spesso non viene loro riconosciuto”.

Lo ha dichiarato il Consigliere regionale di Forza Italia Andrea Leoni in merito alle notizie apparse sulla stampa su presunte percosse di un agente di polizia ad una clandestina cinese, in procinto di essere espulsa dal CPT di Modena. “Non vorrei – continua Leoni – che questo episodio desse la scusa a certi signori della sinistra radicale, che si divertono ad organizzare le settimane d’odio contro i CPT, per esasperare il clima e per continuare la martellante campagna di delegittimazione e di minacce nei confronti degli operatori e delle forze dell’Ordine. I CPT sono strumenti necessari nella lotta all’immigrazione clandestina. Chi li vuole chiudere vuole riempire le nostre strade di clandestini. Fino ad oggi il Governo Prodi si è pericolosamente distinto in tema di immigrazione per una serie di sciagurati provvedimenti che vanno dalla maxisanatoria, ai ricongiungimenti allargati fino alla cittadinanza facile. In una realtà come quella di Modena, che vede ogni giorno extracomunitari clandestini salire alla ribalta della cronaca per episodi di criminalità, le devastanti scelte del Governo Prodi faranno peggiorare sempre di più la situazione”.


Rassegna stampa

Da La Gazzetta di Modena on line del 23 SETTEMBRE 2006

“Percossa da un agente: si indaga”
Cpt, la giovane cinese portata in ospedale farà denuncia

Modena. Una denuncia e una indagine su un sospetto "pestaggio" dentro il Cpt: vittima una cinese clandestina, presunto autore un agente di polizia. La ragazza è stata medicata all’ospedale di Baggiovara. Il direttore del Centro dice: saranno visionati anche i filmati.

Parte un’indagine - Il direttore: visioneremo le immagini

Una giovane cinese, ospite del Cpt modenese, ricoverata a Baggiovara per trauma da percosse. W.F., 26 anni, doveva essere rilasciata proprio ieri perchè alla scadenza del suo sessantesimo giorno di permanenza al Centro, senza identificazione. Sapendo di dover uscire e non trovando gli operatori che dovevano sbrigare le pratiche, la giovane - che non parla e non capisce l’italiano - avrebbe cominciato ad agitarsi e a chiedere con insistenza di essere rilasciata con il foglio di via.

A quel punto - secondo il racconto delle compagne del reparto femminile - sarebbe intervenuto un agente di polizia, di turno al controllo della struttura, che l’avrebbe malmenata. "Piangeva, voleva le sue carte per uscire - continuano le compagne - il poliziotto l’ha prima bloccata poi l’ha schiaffeggiata, lei è caduta a terra e lui la calciava forte. Abbiamo assistito tutte alla scena, che è stata molto violenta, abbiamo sentito le sue urla. Poi è stata portata via e non è più rientrata in camerata. Ci hanno detto che è stata rilasciata ma le sue cose sono ancora qui". Spaventate dall’accaduto le ospiti del Cpt hanno rifiutato il cibo per tutta la giornata, decise a conoscere la sorte della compagna e a denunciare il fatto alla direzione del Centro. La giovane, che era stata trasportata in mattinata con l’ambulanza all’ospedale di Baggiovara, è stata trattenuta al Pronto Soccorso dove dopo poco l’hanno raggiunta il direttore del Cpt, Giovanni Gargano, insieme al vicedirettore, che l’hanno attesa fino al momento della dimissione. Uscita dall’ospedale, la donna ha il viso sconvolto e le braccia gonfie. Esce accompagnata dalla mediatrice culturale che tiene in mano le carte della dimissione: trauma da percosse, si legge sulla cartella. E la ragazza si fa capire chiaramente: con una mano si tiene la schiena dolorante e ci fa segno di aver ricevuto dei calci mentre era stesa a terra. Le ospiti del Cpt ci tengono però a fare una precisazione: "Gli operatori della Misericordia e il direttore non c’entrano. Si sono sempre comportati bene con noi. Non abbiamo niente da dire contro di loro, nè contro i carabinieri che sono gentili. La scena di oggi, però, è stata terribile e abbiamo avuto tutte paura". La donna, che ha cinque giorni per rientrare nel suo Paese, è stata affidata alle cure di una struttura protetta dove rimmarrà finchè non si sarà rimessa ed è in attesa dell’avvocato, intenzionata a sporgere denuncia contro l’agente di polizia. "Abbiamo ascoltato le versioni delle parti e stiamo verificando l’accaduto - riferisce il direttore Giovanni Gargano - anche perchè il Centro è sorvegliato dalle telecamere. Presso la nostra struttura la ragazza ha rilasciato le proprie dichiarazioni e sia noi che la Questura appureremo la verità. Le altre ospiti hanno potuto incontrare la compagna ed hanno ripreso a mangiare. La situazione si è normalizzata". Di Alessia Pedrielli


Rassegna stampa

da La Gazzetta di Modena del 23 SETTEMBRE 2006

“Cpt, la giovane cinese portata in ospedale farà denuncia”

Una giovane cinese, ospite del Cpt modenese, ricoverata a Baggiovara per trauma da percosse. W.F., 26 anni, doveva essere rilasciata proprio ieri perchè alla scadenza del suo sessantesimo giorno di permanenza al Centro, senza identificazione. Sapendo di dover uscire e non trovando gli operatori che dovevano sbrigare le pratiche, la giovane - che non parla e non capisce l’italiano - avrebbe cominciato ad agitarsi e a chiedere con insistenza di essere rilasciata con il foglio di via. A quel punto - secondo il racconto delle compagne del reparto femminile - sarebbe intervenuto un agente di polizia, di turno al controllo della struttura, che l’avrebbe malmenata. "Piangeva, voleva le sue carte per uscire - continuano le compagne - il poliziotto l’ha prima bloccata poi l’ha schiaffeggiata, lei è caduta a terra e lui la calciava forte. Abbiamo assistito tutte alla scena, che è stata molto violenta, abbiamo sentito le sue urla. Poi è stata portata via e non è più rientrata in camerata. Ci hanno detto che è stata rilasciata ma le sue cose sono ancora qui". Spaventate dall’accaduto le ospiti del Cpt hanno rifiutato il cibo per tutta la giornata, decise a conoscere la sorte della compagna e a denunciare il fatto alla direzione del Centro. La giovane, che era stata trasportata in mattinata con l’ambulanza all’ospedale di Baggiovara, è stata trattenuta al Pronto Soccorso dove dopo poco l’hanno raggiunta il direttore del Cpt, Giovanni Gargano, insieme al vicedirettore, che l’hanno attesa fino al momento della dimissione.Uscita dall’ospedale, la donna ha il viso sconvolto e le braccia gonfie. Esce accompagnata dalla mediatrice culturale che tiene in mano le carte della dimissione: trauma da percosse, si legge sulla cartella. E la ragazza si fa capire chiaramente: con una mano si tiene la schiena dolorante e ci fa segno di aver ricevuto dei calci mentre era stesa a terra. Le ospiti del Cpt ci tengono però a fare una precisazione: "Gli operatori della Misericordia e il direttore non c’entrano. Si sono sempre comportati bene con noi. Non abbiamo niente da dire contro di loro, nè contro i carabinieri che sono gentili. La scena di oggi, però, è stata terribile e abbiamo avuto tutte paura". La donna, che ha cinque giorni per rientrare nel suo Paese, è stata affidata alle cure di una struttura protetta dove rimmarrà finchè non si sarà rimessa ed è in attesa dell’avvocato, intenzionata a sporgere denuncia contro l’agente di polizia. "Abbiamo ascoltato le versioni delle parti e stiamo verificando l’accaduto - riferisce il direttore Giovanni Gargano - anche perchè il Centro è sorvegliato dalle telecamere. Presso la nostra struttura la ragazza ha rilasciato le proprie dichiarazioni e sia noi che la Questura appureremo la verità. Le altre ospiti hanno potuto incontrare la compagna ed hanno ripreso a mangiare. La situazione si è normalizzata". Alessia Pedrielli


Rassegna stampa

da Il Manifesto del 9 SETTEMBRE 2006

“La Misericordia non molla”

Non cambia assolutamente niente nei cpt di Modena e Bologna.

Sarà la Confraternita di Firenze, titolare della convenzione, a gestire i due centri dopo che i responsabili della sede di Modena hanno rinunciato all’incarico assunto quattro anni fa.

E’ stato lo stesso presidente della Misericordia modenese, Daniele Giovanardi, fratello gemello dell’ex ministro Carlo, a rassicurare ieri i sindaci delle due città, Giorgio Pighi e Sergio Cofferati, che avevano bollato come «non accoglibile» il preannunciato abbandono. La decisione è stata presa dopo gli insulti e le minacce ricevute dalla direttrice del cpt bolognese Anna Maria Lombardo, in una lettera minatoria recapitata a casa, malgrado il suo nome non risulti nell’elenco telefonico.

La Misericordia però non rinuncerà ai 69,5 euro al giorno per persona rinchiusa nel cpt di Modena, e ai corrispettivi 72 euro per quello di via Mattei a Bologna (i più alti in Italia, secondo la Corte dei Conti) - dove peraltro è morto il 7 agosto scorso per overdose un ragazzo tunisino di 33 anni, malgrado le misure di sicurezza e la polizia di guardia all’interno. Solo che il presidente della Confraternita di Modena pare proprio esasperato dai Disobbedienti locali ed è sicuramente in cerca di appoggi politici: «Sono mesi che chiediamo di essere valutati dalla commissione governativa - ha raccontato Giovanardi ai microfoni di Radio Nettuno di Bologna - Non è mai arrivato un segno ufficiale che ci dicesse "bravi, state facendo bene il vostro lavoro".

Al contrario, settembre sarà un mese difficilissimo per la "settimana dell’odio contro i cpt" indetta dai Disobbedienti». E ora la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la lettera minatoria direttamente ascrivibile, secondo Giovanardi e secondo un articolo apparso ieri sul Corriere della Sera, all’area della disobbedienza bolognese. E dovuta al «clima di tensione e odio e alla campagna di disinformazione portata avanti in questi anni dai no-global e da parte della sinistra antagonista rappresentata anche in parlamento», secondo il consigliere regionale di Fi, Andrea Leoni. I Ds di Modena hanno chiesto a Giovanardi di ripensarci. Di Eleonora Martini


Rassegna stampa

da Il Resto del Carlino dell’ 8 SETTEMBRE 2006

“CPT di Bologna e Modena - Il cambio di gestione”

Giovanardi: "Cofferati e Pighi hanno preso un granchio. La gestione passerà a un’altra Misericordia: nella pratica, non cambierà nulla"

Bologna - "I sindaci hanno preso un grosso granchio. Non hanno capito". Daniele Giovanardi, (nella foto), proprio non manda giù le parole di Sergio Cofferati e Giorgio Pighi. Il presidente della sede della Misericordia di Modena ieri ha annunciato la rinuncia alla gestione dei due Cpt di Bologna e Modena. Annuncio a cui i due sindaci, Cofferati e Pighi, hanno risposto con un messaggio congiunto di solidarietà ma anche bollando come "non accoglibile" l’abbandono.

Oggi Giovanardi (fratello gemello dell’ex ministro Carlo) parla ai microfoni di Radio Nettuno. "Noi - dice Giovanardi - abbiamo detto una cosa diversa. Abbiamo detto che la Misericordia di Modena, il suo presidente e i miei volontari si disimpegnano dalla gestione diretta ". La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la lettera di minacce arrivata ieri alla direttrice del Cpt di Bologna, Anna Maria Lombardo. Giovanardi legge integralmente la lettera, piena di parolacce e insulti: "E’ chiaro- commenta - che questo non è un manifesto politico, ma è una cosa delirante" e proprio per questo "fa paura".

Poi "e’ chiaro che c’e’ un mondo, non dico di complicità ma di sostegno. Adesso ci sarà la ’Settimana dell’odio’" indetta dai Disobbedienti per protestare contro queste strutture. "Di nuovo- lamenta Giovanardi- ci ritroveremo con i cartelli con su scritto ’assassini’". Dal punto di vista pratico, spiega Giovanardi, la gestione passerà a un’altra Misericordia dell’Emilia-Romagna o a quella di Firenze. Insomma, "non cambia assolutamente niente. Semplicemente la Misericordia di Modena dopo quattro anni ha pensato che non ci sono più le condizioni" per andare avanti. Sono mesi, si sfoga ancora Giovanardi, che "chiediamo di essere valutati" dalla commissione governativa. Ma "non è mai arrivato un segno ufficiale che ci dicesse ’bravi, state facendo bene il vostro lavoro’".

Anzi, "al contrario, settembre sarà un mese difficilissimo" proprio per le manifestazioni promosse dai no global. A questo punto, probabilmente sarà la sede di Firenze della Misericordia, "che ha firmato la convenzione", a gestire "da lontano" i due Cpt. L’apparato, insiste Giovanardi, "continuerà a fare tranquillamente quello che ha fatto finora. Quindi Cofferati e Pighi hanno preso proprio un bel granchio.


Comunicato stampa del Centro Sociale TPO di Bologna

8 SETTEMBRE 2006

CPT - Sulla rimessa del Mandato delle Misericordie

Prendiamo la parola per commentare le decisione della Direzione della Confraternita della Misericordia dell’Emilia Romagna di non voler più proseguire nella gestione operativa dei cosiddetti Centri di Permanenza Temporanea d Bologna e Modena specificando che:

siamo assolutamente convinti che l’intero impianto normativo delle leggi sulle migrazioni vada abolito e non semplicemente emendato. I CPT sono dispositivi il cui unico scopo è il controllo, disciplinamento e sfruttamento dei cittadini migranti. Essi vanno chiusi, non riformati o abbelliti.

è dimostrato il fallimento della prospettiva dell’umanizzazione dei CPT perseguito, tra gli altri, dai dirigenti della Confraternita della Misericordia e sostenuto, purtroppo, dai sindaci di Bologna e Modena che attribuiscono il fallimento dei CPT alla legge Bossi Fini. Trasformare, convenzione dopo convenzione, i CPT in luoghi di “dialogo e testimonianza” è impossibile. Si provi, come esercizio di maturità culturale, ad ascoltare uno qualunque delle centinaia di migranti detenuti da Lampedusa a via Brunelleschi.

Via Mattei e Sant’Anna sono, dalla loro istituzione, lager della modernità nei quali le vite vengono spezzate, i/ le lavoratori/ trici rinchiuse/i dopo mesi o anni di lavoro nero. Via Mattei e Sant’Anna sono luoghi nei quali si muore.

riteniamo insopportabile ed indegno politicamente e moralmente continuare ad attribuire al Fato i sempre più frequenti e continui casi di violenze, sospetti abusi farmacologici, suicidi apertamente agevolati dalla stessa ignavia dei carcerieri. Ora basta: nei CPT italiani ed europei si muore, si viene addomesticati all’assenza di diritti da minacce o dirette violenze.

Chiediamo che la Confraternita della Misericordia sia conseguente alle dichiarazioni del dott. Giovanardi e della dott.ssa Lombardo e che, senza aspettare la fine della convenzione che li impegna fino al 31/12/2006, smetta immediatamente di gestire questo business ed abbandoni immediatamente tutti i CPT.

Infine, se ci fossero ancora dubbi, comunichiamo che saremo sempre dalla parte di quell’umanità che insorge contro un presente fatto di dominio e sfruttamento e chedel tutto legittimamente, a nostro parere, odia questi lager, pratica quando ed ove possibile la fuga, si ribella, smonta queste strutture e sanziona tutti i partners della catena della deportazione. I CPT vanno chiusi, subito, e la legge Bossi Fini va abolita, senza nessuna ambiguità, rompendo quel legame maledetto che connette sfruttamento, obbligo alla clandestinità ed espulsione. Da qui passa anche molto di quella possibile differenza del governo di Centro Sinistra, che finora non si è vista.


Rassegna stampa

da Vita on line dell’ 8 SETTEMBRE 2006

Le Misericordie dell’Emilia Romagna rinunciano alla gestione dei Cpt

"Troppe minacce, non ci sono più i requisiti minimi di sicurezza".

La Confraternita della Misericordia di Modena, guidata da Daniele Giovanardi, ha deciso abbandonare la gestione dei Centri di Permanenza Temporanea per immigrati clandestini di Modena e Bologna.

Immediata la reazione dei sindaci delle due città, Giorgio Pighi e Sergio Cofferati. "E’ una decisione grave, difficilmente comprensibile e, sostanzialmente, non accoglibile" scrivono in una nota congiunta i due sindaci, sottolineando che "la continuità di gestione di una struttura pubblica deve essere garantita sempre e comunque, a maggior ragione se si tratta di una situazione particolarmente delicata come nel caso dei centri di permanenza". Nel chiarire che "le minacce e le intimidazioni sono inaccettabili" e nell’esprimere "piena solidarietà" ad Anna Maria Lombardo, direttrice del Cpt di Bologna alla quale e’ stata recapitata una lettera minatoria, Cofferati e Pighi ci tengono a precisare che "da parte nostra non sono mai stati messi in discussione impegno e professionalità della Misericordia e di chi, materialmente, opera all’interno delle strutture". Le difficolta’ - spiegano - nascono dall’applicazione di una legge sbagliata come la Bossi-Fini, che ha snaturato le funzioni dei Cpt fino a trasformarli in luoghi di reclusione a tutti gli effetti, con le conseguenze che conosciamo’’. Confermata, quindi, da parte degli amministratori la posizione favorevole ad un superamento dell’attuale funzione dei Cpt. Tuttavia, al tempo stesso, sostengono Cofferati e Pighi, non e’ giusto ’’rinunciare ad un incarico delicato in un momento difficile come questo’’. ’’I responsabili delle minacce vanno individuati, e a questo devono pensare le forze di polizia e la magistratura, ma alla Misericordia - concludono - chiediamo di confermare presenza e impegno, insieme alle istituzioni e agli altri soggetti del volontariato impegnati nei centri e sul territorio’’. Il sottosegretario al ministero dell’Interno Marcella Lucidi, dopo avere appreso la notizia delle minacce ricevute dalla direttrice del Cpta di Bologna, Anna Maria Lombardo, le ha telefonato per esprimere la propria solidarieta’ e quella del ministero dell’Interno e per assicurarle ’’ogni attenzione necessaria per la sua sicurezza e quella della sua famiglia. Le minacce rivolte -ha sottolineato la Lucidi- sono un atto vile da condannare senza esitazione’’. Nel corso della telefonata -come informa una nota del Viminale- il sottosegretario Lucidi ha ribadito alla Lombardo il proprio ’’apprezzamento per la responsabilita’ sinora assunta, anche in considerazione degli elementi di criticita’ che il Cpt sta presentando dato l’elevato numero di immigrati tossicodipendenti presenti all’interno; problema che e’ all’attenzione dello stesso ministero’’. La Lucidi ha inoltre chiesto alla Lombardo di ’’proseguire nel suo lavoro, che ho avuto modo di conoscere personalmente in occasione della visita al Cpta di Bologna effettuata il 30 agosto scorso’’.


CPT di Modena: visione d'interno

Analisi dei dati forniti dalla prefettura di modena periodo dal 23/9/03 al 26/10/05

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