domenica 19 maggio 2024   
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Home1 » SAHARAWI Diario di viaggio » saharawi 6° giorno  

6°Giorno

Inaugurazione del Centro di Formazione Professionale di Rabouni.

C’è un gran fermento questa mattina nella tenda; siamo tutti occupati a prepararci per questa speciale occasione. Siyda Baba, la nostra padrona di casa, ci aiuta con il trucco e l’abbigliamento. Ada, per l’occasione, indossa un abito saharawi.
Finalmente siamo tutti pronti e partiamo per raggiungere il centro.

 

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Non c’è ancora nessuno, ma entriamo, per poter osservare, in tutta tranquillità, la struttura del centro. Situato a fianco della sede Ugt Sario, è formato da dieci stanze, situate all’interno di un grande cortile. Per la formazione teorica ci sono due aule, da venti alunni ciascuna, mentre per quella pratica due laboratori: uno di falegnameria e l’altro di meccanica. La scuola, inoltre, è dotata di  una stanza arredata con tappeto ed utensili da cucina per il custode e di locali adibiti a stanza da pranzo, cucina, amministrazione e dormitorio per gli insegnanti. La particolarità di questo centro è data dalla corrente elettrica e dall’acqua. Infatti, è stato messo in funzione un vero e proprio impianto elettrico per tutti i locali interni ed esterni. Una cisterna invece, posizionata all’esterno del campo, permette di avere acqua corrente sia in cucina che nei servizi igienici, dotati anche di una innovativa doccia a cascata.

 

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All’esterno del centro si è formato un piccolo gruppo di persone,  in attesa, come noi, dell’arrivo del Presidente della Rasd, Mohamed Abdelaziz,  per dare inizio alla cerimonia d’inaugurazione.

 

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Un militante del sindacato, nell’attesa,  distribuisce dei volantini, scritti in spagnolo e arabo.
Sono entrambi dell’Ugt Sario “ Union General De Trabajadores Desaguia El-Hamra Y Rio De Oro".  Il primo documento spiega che cos’è la Ugt Sario, mentre il secondo invece fa riferimento al valore di questo centro.
La Ugt Sario è un’organizzazione sindacale che rappresenta gli interessi dei lavoratori saharawi senza distinzione di professione e razza. Svolge la sua attività negli accampamenti dei rifugiati, nei territori liberati e nelle città saharawi occupate. È uno dei principali protagonisti per la lotta del popolo saharawi, per i diritti, l’autodeterminazione e l’indipendenza. Cerca, infatti, di confluire tutti gli sforzi dei lavoratori verso questa causa.  Questa organizzazione è stata fondata, in clandestinità, negli anni settanta. Il primo congresso si è tenuto nel dicembre del 1975, con l’intento di assicurare il benessere dei lavoratori e di lottare politicamente per creare uno stato indipendente. Durante questi anni, la Ugt Sario ha stabilito dei rapporti con altre organizzazioni sindacali del mondo, specialmente con l’Africa, il sud dell’Europa, l’America Latina e l’Australia.  I suoi principali obiettivi sono la difesa degli interessi della classe lavoratrice ed il rispetto dei diritti umani per il lavoratori saharawi anche nei territori occupati. L’Ugt Sario insieme al Governo della Repubblica Democratica Araba Saharawi continua la lotta per l’autodeterminazione, attribuendo molta importanza alla formazione professionale di tutti i lavoratori saharawi.
Il funzionamento del sindacato ha carattere assembleario, democratico e partecipativo. I principali organi direzionali sono quattro:
1) il congresso nazionale, convocato ogni tre anni, controlla gli obiettivi del sindacato;
2) il segretario generale, eletto dal congresso, ha la funzione esecutiva all’interno della Ugt Sario e fa parte della direzione politica del Polisario;
3) l’esecutivo, formato da otto membri, scelti ogni tre anni, si occupa  dell’amministrazione, dell’organizzazione e delle finanze del sindacato. Inoltre sostiene le relazioni internazionali ed i rapporti di cooperazione e di informazione;
4) il consiglio nazionale, formato da ventiquattro membri e da  un segretario generale dell’Unione, si riunisce due volte l’anno per approvare il programma di lavoro semestrale e verificarne il compimento.
Le principali difficoltà che, oggi, il sindacato deve affrontare, nei territori occupati, sono la violazione dei diritti umani, la precarietà e discriminazione lavorativa e politica. La condizione di clandestinità ed il non riconoscimento legale del sindacato Ugt Sario e del popolo saharawi, da parte del Governo marocchino, complicano ulteriormente la situazione. I problemi principali, infatti, che il sindacato deve affrontare nel suo lavoro negli accampamenti e nei territori liberati, sono  la mancanza d’occupazione adeguata al livello di formazione dei lavoratori e la scarsità di mezzi economici.
L’Ugt Sario rappresenta diversi sindacati di categoria, come artigiani, medici, agricoltori, giornalisti e avvocati. Persegue la costruzione di uno stato sociale pluripartitico, di libero commercio, dove i lavoratori saharawi non potranno avere un ruolo determinante nella costruzione della nazione, finché non saranno riconosciuti i loro diritti.
Il secondo documento spiega che, nello sforzo di contribuire alla formazione e preparazione professionale della gioventù saharawi, l’Ugt Sario ha costruito questo centro per  permettere la formazione di lavoratori qualificati. La scuola professionale è in grado, quindi, di facilitare il loro inserimento lavorativo e, nello stesso tempo, esaudire la richiesta sociale proveniente dagli accampamenti.
Il centro è stato realizzato  con gli aiuti di diverse organizzazioni sindacali italiane:
Nexus, Auser e Cgil dell’Emilia Romagna, Cgil Ravenna, Isal e CDSL della Repubblica di S.Marino.
Nella scuola si insegna carpenteria e meccanica.  La durata dei corsi è da sei a nove mesi, al termine, dopo l’esame di verifica, viene  rilasciato il diploma. Nel centro professionale studiano quaranta allievi e il personale qualificato, è formato dal direttore, dal corpo docente e da una guardia di sicurezza. La gestione è a carico della Ugt Sario in collaborazione con le istituzioni della Rasd.
Entrambi i documenti alla fine riportano lo stesso slogan:
LUCHA – LIBERTAD – BIENESTAR
(lotta – libertà  - benessere)

 

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La cerimonia ha inizio: il Presidente, accompagnato da una piccola folla, scopre la targa del Centro Professionale e, subito dopo, entra per la visita di tutta la struttura.
Sono  presenti, oltre al Presidente ed alla delegazione italiana, diverse personalità:
- Ambasciatore Rasd a Cuba e in Sud Africa
- Ministero dell’Informazione ed Istruzione
- Segretario Generale dell’Associazione Giovani
- Ugt Sario
- Omar Mih e Salem del Fronte Polisario
- Direttrice del Centro Unione delle Donne di Rabouni
- Presidente Nazionale Unione Donne Saharawi
- Lavoratrici e lavoratori iscritti all’Ugt Sario.

 

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L’inaugurazione è introdotta da Salem del Fronte Polisario e, subito dopo, prende la parola il Presidente Mohamed Abdelaziz.
Prosegue poi la delegazione italiana. Inizia Luigi, segretario della Cgil di Ravenna,  che basa il suo discorso sulla politica verso il popolo saharawi  e sulla ricostruzione della società attraverso il lavoro. Continua Giovanni, presidente Auser Emilia Romagna, che parla invece dell’importanza degli anziani nei confronti dei giovani. Termina Sandra, responsabile Nexus Emilia Romagna, che ringrazia il Presidente e tutto il popolo saharawi, riaffermando l’impegno di tutti noi di continuare a lottare per la loro autodeterminazione e libertà.
“Questo è un bel giorno perché si è realizzata una nuova scuola, ma sarà ancora più bello quando insieme si potrà lasciare questa scuola per raggiungere la terra saharawi liberata.” Con queste parole di speranza si conclude la cerimonia d’inaugurazione del nuovo centro professionale.

 

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La giornata infine termina con una cena meravigliosa sulle dune.
Arriviamo quasi al tramonto e lì, avvolti dal silenzio e dallo spazio infinito del deserto, sembriamo improvvisamente, tornare come bambini alla scoperta di un mondo nuovo. Tolte le scarpe, siamo saliti sulle dune e qui liberata la nostra anima, i pensieri, ci siamo sentiti finalmente liberi di esprimere le proprie emozioni. 
Seduta sul tetto del mondo guardavo scendere il sole. I colori del cielo erano vivi, accesi e subito dopo tenui, fluttuanti, mentre i miei pensieri,  andavano all’assurda, triste e disumana situazione di questo popolo.
Allora ho camminato sul crinale delle dune, in silenzio.


Continua……

 

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